sabato 22 luglio 2023

messa alla prova e sforzo massimo a cura di Riccardo Radi in terzultimafermata.blog (blog di diritto a cura di Vincenzo Giglio e Riccardo Radi ove magistrati e avvocati osservano i casi da due punti di vista diversi)

La ordinanza del GUP di Roma il quale in data 16 maggio 2023 ha stabilito che il risarcimento del danno alla parte civile deve tener conto dello “sforzo massimo sostenibile” per l’imputato.

Nell’ambito di un procedimento con le contestazioni di cui agli articoli 640 ter 61 n. 5 e 9 e 493 ter e 61 n. 7 c.p., ove era costituita parte civile una banca che lamentava un danno di circa € 30.000, il GUP dopo aver disposto una verifica delle reali condizioni economiche dell’imputato ex art. 464-bis, comma 5, cod. proc. pen ha stabilito che: “in tema di sospensione per messa alla prova il risarcimento del danno previsto dall’articolo 168 bis comma 2 c.p. deve essere inteso quale espressione dello sforzo massimo sostenibile dell’imputato alla luce delle sue condizioni economiche”.

Nel caso in esame la difesa ha presentato un’offerta risarcitoria di € 4.000,00 ritenuta non ricevibile dalla parte civile costituita che si opponeva all’accoglimento della richiesta di messa alla prova.

Il GUP ha invece recepito le argomentazioni espresse dalla cassazione sezione 5 con la sentenza numero 16083/2023 laddove è precisato che in tema di sospensione del processo con messa alla prova, il risarcimento del danno deve corrispondere al pregiudizio patrimoniale arrecato alla vittima, “ove possibile“, o, comunque, allo sforzo massimo esigibile dall’imputato alla luce delle sue condizioni economiche.

Ugualmente rilevante è la cassazione sezione 3 che con la sentenza numero 26046, udienza 5 aprile 2022, depositata il 7 luglio 2022 ha stabilito che in tema di messa alla prova degli adulti la valutazione dell’adeguatezza del programma presentato dall’imputato deve essere operata sulla base degli elementi evocati dall’articolo 133 Cp, in relazione non soltanto all’idoneità a favorire il reinserimento sociale del prevenuto, ma anche all’effettiva corrispondenza alle condizioni di vita dello stesso, avuto riguardo alla previsione di un risarcimento del danno corrispondente, ove possibile, al pregiudizio arrecato alla vittima o che, comunque, sia espressione – in un’ottica che non sia esclusivamente retributiva ma tenda a favorire la riabilitazione, bonis operibus, del prevenuto – della sua disponibilità ad assicurare la prestazione, ai fini ripristinatori, dello sforzo massimo da lui sostenibile alla luce delle sue condizioni economiche, che possono essere verificate dal giudice ex articolo 464 bis, comma 5, Cpp.

E ciò perché la norma ex articolo 168-bis Cp non prevede alcun automatismo retributivo, anzi tende a favorire la riabilitazione del prevenuto attraverso “opere buone”: è irrilevante, allora, che lo svolgimento di un’attività di pubblica utilità non produca un valore pari all’importo del pregiudizio cagionato. Conta invece la disponibilità dell’interessato ad assicurare la prestazione a fini ripristinatori con lo sforzo massimo che può sostenere, alla luce delle sue condizioni economiche.

Sospese prenotazioni richiesta asilo Questura di Milano

La Questura di Milano ha sospeso le prenotazioni online sul portale Prenotafacile per presentare la domanda di protezione internazionale a partire dal 17 luglio ultimo scorso. A comunicarlo a www.fanpage.it è il Naga, è un'associazione di volontariato che fornisce assistenza sanitaria, sociale e legale ai cittadini stranieri.

reperito il 21 luglio 2023 su https://www.fanpage.it/milano/la-questura-di-milano-ha-sospeso-le-prenotazioni-online-per-le-richieste-di-asilo-politico-la-denuncia-del-naga/
https://www.fanpage.it/

LA MESSA ALLA PROVA

La Messa alla prova: cosa è?

Con la messa alla prova è consentito all'imputato, nel caso si proceda per reati puniti entro un certo limite edittale ex art. 168-bis c.p., la facoltà di chiedere di essere sottoposto ad un periodo di "prova", con contestuale sospensione del procedimento, il cui esito positivo è causa di estinzione del reato.

sabato 15 luglio 2023

Mutuo Euribor a tasso variabile :

Mutuo Euribor: se è indicata solo quota capitale, interessi ai tassi minimi

Per il tribunale di Prato, il mutuo con tasso Euribor con piano di ammortamento con sola quota capitale è indeterminato e sono dovuti i soli interessi ai tassi minimi dei BOT. 

Piano di ammortamento con dettaglio sola quota capitale

Il piano di ammortamento contiene l'indicazione delle rate da pagare che vengono scomposte in quota capitale e quota interesse. Se esso, alla data di conclusione del contratto, contiene il dettaglio della sola quota capitale e non anche quello della quota degli interessi, il tasso di interesse corrispettivo deve considerarsi indeterminato anche per l'impossibilità di verificare, nel corso del rapporto, la rispondenza del piano di ammortamento applicato, suscettibile di modifiche in ragione della variabilità del tasso, rispetto alle condizioni sottoscritte.

Il principio risulta affermato dal Tribunale di Prato con la sentenza del 11/04/2023, n. 243.

Come è stato sviluppato il piano di ammortamento

Nel corso del Giudizio, il consulente tecnico nominato, in relazione a due contratti di mutuo, con ammortamento alla francese a tasso variabile, ha accertato che i piani di ammortamento erano sviluppati solo per quota capitale (non anche per gli interessi) e che non era presente nel contratto o negli allegati "economici" (capitolato e documento di sintesi) alcun riferimento al regime di capitalizzazione applicato (semplice o composto).

Dunque ha ricostruito solo deduttivamente i piani di ammortamento, in applicazione dei parametri contrattuali, sulla base delle rate effettivamente pagate da parte attrice e in relazione ai tassi "(presumibilmente) applicati sulla base dell'Euribor 1 mese rilevato il primo giorno lavorativo del mese antecedente la decorrenza della rata, base 365 divisore 360".

Il mutuatario deve essere informato delle condizioni del mutuo

Ad avviso del Tribunale, la specifica approvazione della clausola di variabilità del tasso, nonché la potenziale variazione del piano di ammortamento come sviluppato alla data di conclusione del contratto (solo per la quota capitale e non anche per gli interessi, con rata quindi non necessariamente costante), comporta che il mutuatario non è stato correttamente reso edotto dell'impegno economico complessivamente derivante dall'operazione di finanziamento con conseguente indeterminatezza contrattuale del tasso.

Nel caso esaminato dal Tribunale entrambi i contratti individuano parte del tasso di interesse, ossia la sua componente variabile (Euribor), e la sua componente fissa il cosiddetto spread, valore che sommato all'Euribor di periodo avrebbe determinato appunto la misura del tasso contrattuale.

In tale tipo di determinazione, il tasso di interessi finisce correlato ad meccanismo di variabilità e il regime da applicare (composto o semplice) costituisce un elemento rilevante ai fini della determinabilità dell'effettivo costo del finanziamento e decisivo ai fini delle disposizioni finalizzate a tutelare la trasparenza.

Ebbene, per entrambi i contratti, il regolamento contrattuale, ad avviso del Tribunale, non risponde ai requisiti richiesti, anche a pena di nullità, dall'art. 123 TUB ai fini della determinatezza delle condizioni complessivamente valutate non essendo stato puntualizzato il regime finanziario applicabile.

Nel contratto deve essere specificato il regime applicato

È noto, infatti, che esistono almeno due regimi finanziari alternativi, applicabili a qualunque tipo di ammortamento prescelto (che sia a rata costante, altrimenti detto alla "francese", come nel caso di specie, ovvero a quota capitale costante, c.d. "all'italiana"): il regime finanziario della "capitalizzazione semplice" e quello della "capitalizzazione composta". Il primo è quello previsto dal nostro ordinamento (cfr. Art 821 c.c.) come la condizione normale, nel quale la maturazione degli interessi avviene ad un ritmo lineare e "proporzionale al tempo", il secondo prevede una maturazione degli interessi ad un ritmo "esponenziale", e quindi più oneroso. Ne consegue che a parità di importo finanziato, di TAN contrattuale, di durata del piano di rimborso e di numero di rate, due prestiti, a seconda del regime di capitalizzazione adottato, produrranno un costo del tutto diverso, che risulterà ovviamente più alto in regime di capitalizzazione composta.

Di conseguenza, in assenza di specificazione del regime di capitalizzazione degli interessi, di fatto il mutuatario non è in grado di ricostruire adeguatamente la corretta rideterminazione degli interessi nel corso del rapporto, sempre suscettibile di modifiche automatiche al variare del riferimento Euribor. In tale ipotesi, nella complessiva ricostruzione del contenuto negoziale permane un ineliminabile grado di indeterminatezza delle clausole relative al computo degli interessi da applicare che giustifica la pretesa di dichiarare la nullità della clausola determinativa degli interessi e l'applicazione dei tassi di interessi ai minimi bot.

La rideterminazione degli interessi ai tassi minimi BOT
[Torna su]
Per il Tribunale la irrogazione della sanzione sostitutiva deve essere riservata non solo alle ipotesi nelle quali nel contratto manchi la relativa pattuizione (Cass. 26/06/2019 n. 17110; Cass. 26/06/2019, n.16907) ma anche in quelle in cui il tasso sia indicato nel contratto, ma esso porti ad un ammontare del costo dell'operazione variabile in funzione dei patti che regolano le modalità di pagamento, sì da ritenere che il prezzo dell'operazione risulti sostanzialmente inespresso e indeterminato, oltre che non corrispondente a quello su cui si è formata la volontà del cliente (cfr. Cass. 21/03/2011, n. 6364).

Pertanto, il Tribunale ha ritenuto che la mera potenzialità di applicazione del regime di capitalizzazione composta, in presenza di piani di ammortamento suscettibili di modificazione, comporta l'incertezza sui costi ed implica una originaria indeterminatezza della clausola negoziale determinativa del tasso di interessi che ne comporta la invalidità, al di là dell'effetto anatocistico concretamente applicato dalla banca nella riscossione delle rate.

Ciò ha comportato l'accoglimento della domanda di nullità di entrambi i contratti relativamente alle clausole di determinazione del tasso di interesse. Alla nullità della clausola relativa al tasso di interesse consegue, per effetto del meccanismo di eterointegrazione normativa previsto dal comma 7 dell'art. 117 TUB, la sostituzione del tasso ultra-legale applicato con il c.d. tasso BOT indicato nella già menzionata norma.

 

Mutuo Euribor a tasso variabile :

Mutuo Euribor: se è indicata solo quota capitale, interessi ai tassi minimi

Per il tribunale di Prato, il mutuo con tasso Euribor con piano di ammortamento con sola quota capitale è indeterminato e sono dovuti i soli interessi ai tassi minimi dei BOT. 

Piano di ammortamento con dettaglio sola quota capitale

Il piano di ammortamento contiene l'indicazione delle rate da pagare che vengono scomposte in quota capitale e quota interesse. Se esso, alla data di conclusione del contratto, contiene il dettaglio della sola quota capitale e non anche quello della quota degli interessi, il tasso di interesse corrispettivo deve considerarsi indeterminato anche per l'impossibilità di verificare, nel corso del rapporto, la rispondenza del piano di ammortamento applicato, suscettibile di modifiche in ragione della variabilità del tasso, rispetto alle condizioni sottoscritte.

Il principio risulta affermato dal Tribunale di Prato con la sentenza del 11/04/2023, n. 243.

Come è stato sviluppato il piano di ammortamento

Nel corso del Giudizio, il consulente tecnico nominato, in relazione a due contratti di mutuo, con ammortamento alla francese a tasso variabile, ha accertato che i piani di ammortamento erano sviluppati solo per quota capitale (non anche per gli interessi) e che non era presente nel contratto o negli allegati "economici" (capitolato e documento di sintesi) alcun riferimento al regime di capitalizzazione applicato (semplice o composto).

Dunque ha ricostruito solo deduttivamente i piani di ammortamento, in applicazione dei parametri contrattuali, sulla base delle rate effettivamente pagate da parte attrice e in relazione ai tassi "(presumibilmente) applicati sulla base dell'Euribor 1 mese rilevato il primo giorno lavorativo del mese antecedente la decorrenza della rata, base 365 divisore 360".

Il mutuatario deve essere informato delle condizioni del mutuo

Ad avviso del Tribunale, la specifica approvazione della clausola di variabilità del tasso, nonché la potenziale variazione del piano di ammortamento come sviluppato alla data di conclusione del contratto (solo per la quota capitale e non anche per gli interessi, con rata quindi non necessariamente costante), comporta che il mutuatario non è stato correttamente reso edotto dell'impegno economico complessivamente derivante dall'operazione di finanziamento con conseguente indeterminatezza contrattuale del tasso.

Nel caso esaminato dal Tribunale entrambi i contratti individuano parte del tasso di interesse, ossia la sua componente variabile (Euribor), e la sua componente fissa il cosiddetto spread, valore che sommato all'Euribor di periodo avrebbe determinato appunto la misura del tasso contrattuale.

In tale tipo di determinazione, il tasso di interessi finisce correlato ad meccanismo di variabilità e il regime da applicare (composto o semplice) costituisce un elemento rilevante ai fini della determinabilità dell'effettivo costo del finanziamento e decisivo ai fini delle disposizioni finalizzate a tutelare la trasparenza.

Ebbene, per entrambi i contratti, il regolamento contrattuale, ad avviso del Tribunale, non risponde ai requisiti richiesti, anche a pena di nullità, dall'art. 123 TUB ai fini della determinatezza delle condizioni complessivamente valutate non essendo stato puntualizzato il regime finanziario applicabile.

Nel contratto deve essere specificato il regime applicato

È noto, infatti, che esistono almeno due regimi finanziari alternativi, applicabili a qualunque tipo di ammortamento prescelto (che sia a rata costante, altrimenti detto alla "francese", come nel caso di specie, ovvero a quota capitale costante, c.d. "all'italiana"): il regime finanziario della "capitalizzazione semplice" e quello della "capitalizzazione composta". Il primo è quello previsto dal nostro ordinamento (cfr. Art 821 c.c.) come la condizione normale, nel quale la maturazione degli interessi avviene ad un ritmo lineare e "proporzionale al tempo", il secondo prevede una maturazione degli interessi ad un ritmo "esponenziale", e quindi più oneroso. Ne consegue che a parità di importo finanziato, di TAN contrattuale, di durata del piano di rimborso e di numero di rate, due prestiti, a seconda del regime di capitalizzazione adottato, produrranno un costo del tutto diverso, che risulterà ovviamente più alto in regime di capitalizzazione composta.

Di conseguenza, in assenza di specificazione del regime di capitalizzazione degli interessi, di fatto il mutuatario non è in grado di ricostruire adeguatamente la corretta rideterminazione degli interessi nel corso del rapporto, sempre suscettibile di modifiche automatiche al variare del riferimento Euribor. In tale ipotesi, nella complessiva ricostruzione del contenuto negoziale permane un ineliminabile grado di indeterminatezza delle clausole relative al computo degli interessi da applicare che giustifica la pretesa di dichiarare la nullità della clausola determinativa degli interessi e l'applicazione dei tassi di interessi ai minimi bot.

La rideterminazione degli interessi ai tassi minimi BOT
[Torna su]
Per il Tribunale la irrogazione della sanzione sostitutiva deve essere riservata non solo alle ipotesi nelle quali nel contratto manchi la relativa pattuizione (Cass. 26/06/2019 n. 17110; Cass. 26/06/2019, n.16907) ma anche in quelle in cui il tasso sia indicato nel contratto, ma esso porti ad un ammontare del costo dell'operazione variabile in funzione dei patti che regolano le modalità di pagamento, sì da ritenere che il prezzo dell'operazione risulti sostanzialmente inespresso e indeterminato, oltre che non corrispondente a quello su cui si è formata la volontà del cliente (cfr. Cass. 21/03/2011, n. 6364).

Pertanto, il Tribunale ha ritenuto che la mera potenzialità di applicazione del regime di capitalizzazione composta, in presenza di piani di ammortamento suscettibili di modificazione, comporta l'incertezza sui costi ed implica una originaria indeterminatezza della clausola negoziale determinativa del tasso di interessi che ne comporta la invalidità, al di là dell'effetto anatocistico concretamente applicato dalla banca nella riscossione delle rate.

Ciò ha comportato l'accoglimento della domanda di nullità di entrambi i contratti relativamente alle clausole di determinazione del tasso di interesse. Alla nullità della clausola relativa al tasso di interesse consegue, per effetto del meccanismo di eterointegrazione normativa previsto dal comma 7 dell'art. 117 TUB, la sostituzione del tasso ultra-legale applicato con il c.d. tasso BOT indicato nella già menzionata norma.

 

venerdì 14 luglio 2023

PRESCRIZIONE BOLLETTE GAS, LUCE, ACQUA, TELEFONO E INTERNET : SONO 2 ANNI

 

Un utile promemoria

LA PRESCRIZIONE DELLE BOLLETTE GAS, LUCE, ACQUA E TELEFONO E DELLE CD UTILITIES : FINALMENTE È 2 ANNI! 

Come tutti i diritti, anche quelli delle compagnie che erogano luce, gas e acqua non durano per sempre. Al riguardo, la legge fissa dei tempi di prescrizione piuttosto ristretti.
Sia per le bollette ordinarie che per i conguagli che vengono richiesti agli utenti, come quelli a saldo del pagamento già effettuato sulla base del consumo stimato per un periodo precedente.

La scadenza delle bollette

La domanda da cui partire è: potremmo aver dimenticato in un cassetto una vecchia bolletta da pagare? E, se sì, fino a quando il gestore potrebbe sollecitarmi il pagamento? La risposta, da inizio 2020, è cambiata.
In precedenza, infatti, la prescrizione della bolletta era fissata in 5 anni. Un termine comunque più breve rispetto a quello, di 10 anni, che l’articolo 2934 del Codice civile fissa per la prescrizione ordinaria di un credito. Ovvero per l’estinzione del diritto del titolare a causa del mancato esercizio da parte per un periodo di tempo prolungato.

Adesso, sulla base delle direttive dell’Autorità di regolazione dei servizi di pubblica utilità Arera, la legge di bilancio 2020 ha portato la prescrizione del diritto di richiedere il pagamento di una fattura di luce, gas o acqua (ma anche delle bollette di altre utenze, come telefono o internet) a soli 2 anni .
I 2 anni cominciano a decorrere dal primo giorno non festivo successivo alla data di scadenza della data della bolletta. Ma attenzione: se l’azienda invia una raccomandata di diffida richiedendo il pagamento, parte un nuovo periodo di prescrizione di altri 2 anni.

Decreto flussi: le istruzioni per le domande di nulla osta per il lavoro in somministrazione

Le agenzie per il lavoro possono fare domanda di nulla osta per l’ingresso di lavoratori non comunitari per motivi di lavoro in somministraz...